Unagnuli
Gli abitanti di Diso erano chiamati “unagnuli”, agnelli. Un curioso aneddoto, frutto della fantasia naturalmente, spiega l’origine del soprannome. Si racconta che in paese c’erano stati solenni preparativi per l’inaugurazione dell’organo della chiesa parrocchiale. Si voleva fare una gran bella figura in quanto per l’occasione si attendevano la visita di molte autorità religiose e quella dei fedeli provenienti dai paesi vicini. Una di quelle circostanze insomma che accadono raramente solo quando si devono solennizzare eventi unici.
Il parrocco di Diso, nei giorni precedenti la manifestazione religiosa, era stato fuori di sé per l’ansia; l’arrivo delle autorità nella sua chiesa lo inorgogliva, ma nello stesso tempo lo terrorizzava, non essendo egli abituato a svolgere cerimoniali con fasto e magnificenza, come la circostanza richiedeva.
Arrivò finalmente l’atteso e temuto momento dell’inaugurazione; la Chiesa era colma di fedeli e di molte autorità civili e religiose, tra cui il vescovo, e l’organo era pronto per inondare l’atmosfera con il suo suggestivo suono. L’organista, dopo giorni e giorni di prove, attendeva solo il momento del via, ma, ahimè, accadde un fatto del tutto imprevisto: il cantore delle litanie, l’unico in paese che sapesse pronunciare le invocazioni ai santi in latino senza storpiature linguistiche, era sparito. A nulla valsero ricerche angosciate. Forse gli era accaduto un grave contrattempo, forse, chissà, aveva voluto giocare un brutto tiro al parroco; certo che la sua assenza stava irrimediabilmente compromettendo la buona riuscita dell’inaugurazione. Il parroco allora, non riuscendo, a porre alcun rimedio alla situazione, preso da un impeto di incontenibile indignazione corse nella stalla attigua alla sacrestia, prese due agnelli e li portò vicino all’organo affinchè con i loro belati accompagnaSsero il suonatore.
Così l’aneddoto da cui il soprannome degli abitanti; ma l’agnello “l’auniceddhru”, com’è chiamato nel dialetto locale, è lo stemma civico di Diso. Ed infatti un tempo la zona era rinomata per il fiorente allevamento di pecore e dì agnelli, favorito dalla presenza nel sottosuolo di falde acquifere che rendevano il terreno adatto alla crescita spontanea di erba e alla produzione di foraggio. Il soprannome “unagnuli” dato agli abitanti, non è stato originato perciò solo da un aneddoto ma da una caratteristica dell’economia del paese: l’allevamento degli ovini..
Alcuni soprannomi Individuali
Cacafave (cacafave), Cacasiu (casa sego). Capi te tronu (testa dl tuono intronato), Cazzi te taula (pantaloni di legno), Crialesiu (da «Kyrle eloison’», Slgnom, abbi pietl), Cuardallaria (guarda In aria). Furmaddharu (bottonaaio), Fusci ca te rriu (scappa e arrivo), Mangia-criscente (mangia lievito), Scamusu (cisposo), Scaranfatore (da “scaranfare” grattare), Viddhicu d’argentu (ombelico d’argento).
Ed ancora: Bajone, Ballancia, Brile, Cacasegge, Cacasiu, Cpirizzu, Carcassa, Carotula, Casalinu, Caticcia, Clavitu, Cisipuddhu, Seca, Servuteddhiu.